“Viva Palermo e Santa Rosalia!”. Ogni anno, questo grido di devozione risuona potente nel cuore del capoluogo siciliano durante la Festa di Santa Rosalia, patrona della città. Il Festino, celebrato ogni 14 e 15 luglio, è uno degli eventi religiosi e popolari più importanti d’Italia e rappresenta un momento di intensa partecipazione collettiva che fonde fede, arte e tradizione. Ma qual è l’origine della festa di Santa Rosalia? E perché continua a essere così amata dai palermitani e dai turisti di tutto il mondo?
Le origini della Festa di Santa Rosalia: la peste e il miracolo
La Festa di Santa Rosalia ha origine nel 1624, quando Palermo fu devastata da una spaventosa epidemia di peste. Le preghiere rivolte alle sante protettrici tradizionali della città non portarono alcun sollievo, finché una donna di nome Girolama La Gattuta non ebbe una visione mistica. Santa Rosalia le apparve e le indicò dove giacevano le sue reliquie, nascoste sul Monte Pellegrino. Una volta riportate in città e portate in processione, la peste cessò miracolosamente. Questo evento prodigioso sancì l’inizio del culto della Santuzza, che da allora è considerata la salvatrice e protettrice di Palermo. Il miracolo della liberazione dalla peste è il cuore narrativo e spirituale del Festino di Santa Rosalia, che ogni anno ricorda con devozione quel momento storico cruciale.
Chi era Santa Rosalia e perché è diventata patrona di Palermo
Rosalia Sinibaldi nacque nel XII secolo da una nobile famiglia palermitana legata alla corte dei re normanni. Sin da giovane rifiutò una vita di agi e matrimonio per dedicarsi alla fede. Dopo un periodo in convento, si ritirò in eremitaggio, prima sul Monte Quisquina e poi sul Monte Pellegrino, dove visse in una grotta in preghiera e penitenza fino alla morte nel 1170. Fu considerata una santa dal popolo già in vita, ma la sua santificazione avvenne de facto nel 1624, con il riconoscimento del miracolo legato alla peste. Oggi è simbolo di speranza, purezza e intercessione divina. Il suo culto è uno dei più sentiti della Sicilia e la sua figura continua a essere un punto di riferimento spirituale per i palermitani.
La nascita del Festino: il primo grande corteo nel 1625
Il primo Festino ufficiale di Santa Rosalia risale al 1625, l’anno successivo alla fine dell’epidemia. Fu organizzato dal Senato palermitano e dal cardinale Giannettino Doria per rendere omaggio alla Santa e ringraziarla del miracolo. La processione delle reliquie fu accompagnata da preghiere, canti e un entusiasmo popolare incontenibile. Da allora, il Festino è diventato un appuntamento annuale irrinunciabile, con una combinazione di riti religiosi e manifestazioni spettacolari che coinvolgono tutta la città.
Il carro trionfale: simbolo scenografico della festa
Elemento iconico del Festino di Santa Rosalia è il carro trionfale, una vera e propria opera d’arte mobile che sfila per le vie storiche di Palermo. Introdotto nel 1686 e ispirato nel 1701 dall’architetto Paolo Amato con la forma di un grande vascello barocco, il carro è diventato il cuore pulsante della celebrazione. Ogni anno viene reinventato da artisti, scenografi e architetti, mantenendo sempre la statua della Santuzza come fulcro visivo ed emotivo. Negli anni recenti, i carri sono stati caratterizzati da elementi simbolici come il giglio dorato (2024) o la vela di cristalli Swarovski (2007), conferendo al Festino un’impronta unica e riconoscibile nel panorama degli eventi religiosi europei.
La processione e i riti del 14 e 15 luglio
Il culmine della Festa di Santa Rosalia avviene la sera del 14 luglio, quando il carro trionfale parte dalla Cattedrale di Palermo e percorre l’antico Cassaro, il cuore della città storica. La processione si dirige verso il mare, a Porta Felice, tra canti, preghiere, cori popolari e spettacoli teatrali e luminosi. Ai Quattro Canti, il sindaco depone fiori ai piedi della Santa e grida solennemente: “Viva Palermo e Santa Rosalia!”. La notte si conclude con uno spettacolo pirotecnico alla Marina, che rappresenta simbolicamente la rinascita della città. Il giorno successivo, 15 luglio, è dedicato alla processione religiosa delle reliquie della Santa, contenute in un’artistica urna d’argento, seguita da una messa solenne in Cattedrale e dalla benedizione della città.
L’acchianata di settembre: la devozione che sale al monte
Oltre al Festino estivo, la devozione a Santa Rosalia si rinnova ogni 4 settembre con l’“acchianata”, la salita notturna al Santuario sul Monte Pellegrino. Migliaia di fedeli percorrono a piedi la vecchia strada, spesso scalzi, per rendere omaggio alla Santa nel luogo dove visse e morì. Questo pellegrinaggio notturno è uno dei momenti più intensi e spirituali dell’intero calendario liturgico palermitano.
Un patrimonio immateriale riconosciuto a livello nazionale
Il Festino di Santa Rosalia è riconosciuto ufficialmente come patrimonio immateriale d’Italia dall’Istituto centrale per la demoetnoantropologia. Questo evento è molto più di una semplice celebrazione religiosa: è un vero e proprio rito collettivo che unisce fede popolare, spettacolo, arte e memoria storica. Rappresenta l’identità profonda della città di Palermo, la sua capacità di resistere, rinascere e ritrovarsi ogni anno nel nome della Santuzza.
Perché partecipare alla Festa di Santa Rosalia
La Festa di Santa Rosalia è un’esperienza unica che unisce religione, cultura, arte e tradizione in un contesto urbano carico di storia e significato. Partecipare al Festino significa immergersi nella Palermo più autentica, scoprire la forza della devozione popolare e vivere una manifestazione che da oltre quattro secoli è il simbolo della rinascita e della speranza. Se ti trovi in Sicilia a luglio, non perdere l’occasione di assistere a questo evento straordinario, che trasforma la città in un palcoscenico a cielo aperto, con un solo grande protagonista: Santa Rosalia, la Santuzza di Palermo.