Nel cuore di Palermo si erge il Palazzo Chiaramonte, noto anche come Steri, un simbolo architettonico che racchiude sette secoli di storia. Costruito tra il XIII e XIV secolo, questo palazzo fortificato rappresenta un esempio prestigioso di architettura signorile italiana, testimone del potere e della severità della famiglia Chiaramonte.
Oltre a essere stata dimora aristocratica, lo Steri ha avuto un ruolo cruciale nella storia siciliana, diventando sede della Santa Inquisizione con prigioni che narrano vicende cruente. Oggi il palazzo si presenta come una delle attrazioni più importanti di Palermo, offrendo ai visitatori un viaggio tra arte, storia e curiosità di una delle regioni più affascinanti d’Italia.
Cos’è lo Steri di Palermo?
Lo Steri di Palermo, noto anche come Palazzo Chiaramonte, rappresenta un emblema storico e architettonico della città. Situato nell’angolo orientale di piazza Marina, il palazzo si sviluppa come una residenza fortificata del XIV secolo, costruita dalla potente famiglia Chiaramonte. Questo edificio riflette il ruolo centrale della famiglia nella Sicilia medievale tra i secoli XIII e XIV, manifestando il loro potere attraverso un’architettura imponente e severa.
La sua struttura, iniziata nel 1307 sotto Manfredi I e completata nel 1380 con Manfredi III, si configura come uno dei primi esempi di architettura signorile italiana. Lo Steri presenta un cortile interno con portico sottostante e loggiato superiore, elementi che incarnano l’eleganza e la funzionalità tipiche di un palazzo nobiliare medievale.
Durante il suo periodo di massimo splendore fu la residenza abituale della famiglia Chiaramonte, che deteneva vasti possedimenti terrieri e influenze politiche sull’isola. Successivamente, il palazzo assunse un ruolo istituzionale rilevante diventando la sede della Santa Inquisizione a Palermo. Le sue prigioni, ancora visitabili, testimoniano le vicissitudini di un passato segnato da violenza e controllo religioso.
Lo Steri custodisce inoltre importanti elementi artistici e storici, come il prezioso soffitto ligneo decorato della Sala Magna, restaurato e studiato per il suo valore culturale e architettonico. Questi dettagli offrono un quadro completo della vita feudale siciliana e del contesto urbano della Kalsa, quartiere in cui il palazzo si trova.
Oggi lo Steri assume una funzione museale che risponde alle esigenze di conservazione e valorizzazione di un patrimonio che attraversa sette secoli di storia. L’edificio rappresenta una tappa fondamentale per chi desidera comprendere le dinamiche sociali, politiche e culturali di Palermo e della Sicilia nel Medioevo e oltre.
Informazioni Pratiche
Il Palazzo Chiaramonte Steri si trova in Piazza Marina 61 a Palermo, con l’ingresso principale situato sul lato orientale dell’edificio, accanto alla cappella di Sant’Antonio Abate. L’accesso è consentito esclusivamente tramite visite accompagnate o guidate, disponibili in italiano e inglese, e prenotabili sul sito ufficiale o tramite email.
Orari di apertura
- Martedì – Domenica: 10:00–19:00 (ultimo ingresso ore 18:00)
- Lunedì: chiuso, tranne festivi
Il miglior orario per evitare code è all’apertura alle 10:00, oppure poco prima dell’ora di pranzo.
Costi e tariffe
Tipologia Biglietto | Prezzo |
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Intero | 8,00 € |
Ridotto gruppi (min. 10 persone) | 5,00 € |
Over 65, ragazzi 10-17 anni, universitari, dipendenti Regione Sicilia/MIBACT/Università | 3,00 € |
Gratuito | Disabili, forze dell’ordine, bambini sotto 10 anni |
Biglietti speciali per visite didattiche e gruppi: 13,00 € a persona, prenotazione obbligatoria, con un massimo di 20-30 partecipanti.
Accessibilità e servizi
Il Palazzo Steri è accessibile ai visitatori con disabilità, con montascale dedicati e percorsi fruibili anche per i non vedenti. È possibile utilizzare audioguide scaricabili su smartphone per approfondire la visita autonomamente.
Modalità di visita
Le visite durano all’incirca 40 minuti per la visita accompagnata standard, mentre un tour guidato completo raggiunge la durata di un’ora. Gruppi e scuole devono prenotare anticipatamente via email. Il biglietto digitale è accettato per l’accesso senza necessità di stampe.
Come raggiungere il Palazzo Steri
Il palazzo è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici da Piazza della Stazione Centrale, servito dalle linee autobus 103 e 107. La zona è ben collegata e si trova nel centro storico, facilitando l’abbinamento con altre attrazioni culturali di Palermo.
La Storia dello Steri
Lo Steri, noto anche come Palazzo Chiaramonte, rappresenta un simbolo storico e architettonico fondamentale a Palermo. Edificato a partire dal 1307 da Manfredi I Chiaramonte, la costruzione si concluse nel 1380 sotto la guida di Manfredi III, conte di Modica. Il palazzo sorgé come residenza fortificata della famiglia Chiaramonte, un’importante casata aristocratica che, grazie ai suoi vasti possedimenti in Sicilia, consolidò un potere politico notevole tra XIII e XIV secolo.
L’architettura dello Steri riflette l’esigenza di esprimere la potenza e la severità della famiglia, combinata con le prime forme di architettura signorile italiana. Il cortile interno, articolato in portico sottostante e loggiato superiore, costituisce uno dei primi e più prestigiosi esempi di struttura signorile italiana medievale. Questa progettazione influenzò la realizzazione di castelli, palazzi e chiese nei feudi controllati dai Chiaramonte, mantenendo uno stile architettonico unitario e riconoscibile.
Nel corso dei secoli, lo Steri assunse un ruolo cruciale nella storia siciliana passando da abitazione nobiliare a sede della Santa Inquisizione. Le prigioni del palazzo rimangono testimonianza diretta di una fase cruenta della storia, offrendo uno sguardo sui metodi di repressione e giustizia utilizzati. Le celle conservate oggi permettono di comprendere le dinamiche della giustizia inquisitoria e contribuiscono a delineare un contesto storico complesso e affascinante.
Il patrimonio artistico dello Steri è arricchito da elementi come il soffitto ligneo decorato della Sala Magna, recentemente restaurato dall’Università di Palermo. Questo soffitto rappresenta uno dei migliori esempi di arte feudale siciliana nel tardo Medioevo e costituisce un notevole capolavoro della cultura materiale dell’epoca. Tale intervento ha restituito allo Steri la sua importanza non solo come luogo storico, ma anche come centro di valorizzazione artistica.
Il noto archeologo Antonino Salinas anticipò l’utilizzo museale del palazzo. L’idea di trasformare lo Steri in un museo dedicato all’archeologia e al Medioevo avrebbe permesso di superare la ristrettezza degli spazi del Museo Nazionale oggi a lui intitolato. Questa visione rimane centrale nell’attuale destinazione d’uso del palazzo, che accoglie visitatori interessati a esplorare un patrimonio storico che attraversa oltre sette secoli.
Lo Steri non è solo una testimonianza della potenza medievale ma anche un luogo che incarna la memoria storica di Palermo e della Sicilia. La sua duplice funzione di residenza signorile e sede della Santa Inquisizione rimane unica in tutta l’isola, rendendo Palazzo Chiaramonte un punto di riferimento imprescindibile per comprendere le trasformazioni sociali, politiche e culturali della regione.
“La Vucciria” di Renato Guttuso
“La Vucciria”, dipinta da Renato Guttuso tra il primo ottobre e il 6 novembre 1974, rappresenta un punto di riferimento artistico fondamentale nella memoria storica di Palermo. Il pittore, all’età di 63 anni e residente a Velate, volle immortalare l’essenza dell’omonimo mercato palermitano, incaricando il custode Isidoro di procurare, dal primo volo diretto a Milano, i prodotti tipici da raffigurare. Le merci, vitali per l’autenticità dell’opera, furono trasportate a Malpensa e subito portate nello studio di Guttuso, conferendo alla scena una verosimiglianza che supera i confini geografici lombardi.
La tela, di dimensioni 3 metri per 3 metri, presenta una composizione quadrata con una visuale verticale che alterna l’attenzione tra i personaggi, le merci organizzate nelle cassette e dettagli messi in risalto da un fondo nero emblematico. Nella parte superiore predominano toni rossi e arancioni derivanti da carni, insaccati e frutta esposti, mentre nella sezione centrale e inferiore i colori si schiariscono, equilibrando la scena complessiva.
Quest’opera ha un valore simbolico profondo per Palermo, diventando un’icona adottata dalla città sin dalla sua nascita. La sua importanza culturale provocò una contesa tra istituzioni locali, con lettere accese scambiate tra Comune e Regione per acquisirne la proprietà. La decisione finale di Guttuso assegnò “La Vucciria” all’Università di Palermo, dove oggi si trova esposta nello Steri, offrendo un’esperienza immersiva nel cuore della vita tradizionale palermitana.
Il Palazzo Steri ospita “La Vucciria” in un’ampia sala al centro di un allestimento studiato per amplificarne il valore. L’opera si presenta come una grande natura morta che include un dedalo di vicoli animati da una folla che scorre e interagisce. Guttuso definisce la tela come un segno di gratitudine personale verso la sua città, rappresentando un debito culturale e affettivo con Palermo.
Visitando lo Steri, i visitatori possono usufruire di uno spazio espositivo che unisce arte e storia. La Sala delle Armi, un tempo destinata alle udienze pubbliche, e la Sala Magna o Sala dei Baroni, con il suo soffitto ligneo decorato da scene storiche medievali, arricchiscono il percorso culturale. Inoltre, sono visitabili le Carceri dei Penitenziati, risalenti alla fine del Cinquecento, dove i graffiti lasciati dai prigionieri del Tribunale del Sant’Uffizio raccontano storie di sofferenza, barbarie e resistenza, corredate da scritte in diverse lingue.
Il contrasto tra i segni della tragica storia delle Filippine, le prime carceri dell’Inquisizione, e la vitalità di “La Vucciria” esprime la complessità storica del palazzo, che spazia dalla repressione alla celebrazione della cultura popolare palermitana. L’aula che ospita il dipinto di Guttuso si distingue come una delle pagine più felici dell’arte siciliana, trasmettendo con realismo crudo l’atmosfera vivace e gli odori dei prodotti tipici del mercato.
“La Vucciria” sintetizza elementi oggettivi – persone, oggetti e colori – in un’unica immagine vibrante che racconta il tessuto sociale e commerciale di Palermo. Questo quadro è centrale nell’esperienza museale dello Steri e rappresenta un patrimonio indispensabile per chi desidera comprendere il legame tra arte, memoria e identità culturale della città.
Le Carceri dell’Inquisizione
Le carceri del Palazzo Steri rappresentano uno dei più intensi testimoni storici della dominazione spagnola e dell’attività della Santa Inquisizione a Palermo. Tra il Cinquecento e il Settecento, migliaia di detenuti hanno vissuto in queste celle, molte volte sottoposti a torture, processi e condanne capitali. La struttura delle prigioni si sviluppa in ambienti angusti, progettati per isolare e punire, mantenendo però tracce indelebili della vita umana che vi si svolse.
Le celle mostrano ancora graffi, disegni e iscrizioni realizzate dai carcerati su mura e porte. Questi graffiti costituiscono una testimonianza diretta delle emozioni vissute: rabbia, paura, speranze e preghiere. Il loro valore storico e artistico è stato recentemente riscoperto e studiato, come dimostra l’opera “Parole prigioniere – I graffiti del Santo Uffizio di Palermo”, che approfondisce queste incisioni quale forma di memoria tangibile di un passato di sofferenza.
L’architettura delle carceri riflette strategie di controllo e repressione adottate dalla Santa Inquisizione nel complesso contesto politico siciliano. I visitatori possono osservare le celle punitive destinate ai presunti eretici, così come gli uffici e i tribunali dove si svolgevano i processi inquisitori. Questo complesso testimonia l’intensità del dominio spagnolo, che imponeva un rigido sistema di giustizia fondato sulla paura e sull’autoritarismo.
I graffiti si rivelano un documento unico di vita carceraria: vi si trovano rappresentazioni figurative, simboli religiosi, scritte in varie lingue, spesso accompagnate da invocazioni divine. Questi segni mostrano come i detenuti cercassero di lasciare un’impronta di sé, difendendo la loro umanità in uno spazio di negazione e sofferenza. Le testimonianze visive si aggiungono ai resoconti scritti e alle sentenze, offrendo un quadro più completo sull’esperienza detenutaria.
Le prigioni del Palazzo Chiaramonte, definite “Carcere dei Penitenziati”, sono accessibili attraverso visite guidate che illustrano la storia del luogo e contestualizzano le modalità di repressione ecclesiastica. Le guide approfondiscono il ruolo della Santa Inquisizione in Sicilia, descrivono gli strumenti di tortura e spiegano le dinamiche sociali che conducevano alle detenzioni. Queste visite permettono di comprendere non solo la crudeltà di quei tempi, ma anche le forme di resistenza personale e collettiva espresse nelle incisioni grafiche.
In sintesi, le carceri dell’Inquisizione allo Steri rappresentano un patrimonio storico e culturale di rara importanza. Conservano testimonianze concrete di un’epoca dominata dalla paura ma anche dalla volontà di sopravvivenza umana, incarnata nelle mura stesse del palazzo. La conservazione di questi luoghi, unita agli studi accademici sull’iconografia dei graffiti, contribuisce a valorizzare la memoria storica di Palermo e della Sicilia intera.
I graffiti del Carcere di Palazzo Steri
I graffiti nelle carceri di Palazzo Steri costituiscono una testimonianza diretta e tangibile della vita dei prigionieri sottoposti alla Santa Inquisizione spagnola tra il XVII e il XVIII secolo. Realizzati con estrema discrezione e spesso nel buio, questi disegni su muro rivelano emozioni profonde come paura, dolore, speranza e resistenza, offrendo un dialogo visivo con chi subiva gli effetti di accuse spesso ingiuste e pene disumane.
Gli autori dei graffiti sono detenuti privati di ogni libertà, che ricordano la loro esistenza attraverso firme, preghiere, figure religiose, oggetti simbolici e persino carte geografiche. La varietà iconografica comprende croci, angeli, santi, strumenti di tortura e rappresentazioni della vita quotidiana, tutte create con mezzi rudimentali e materiali limitati. Questi segni emergono come un patrimonio artistico spontaneo che consente di comprendere la dimensione psicologica della detenzione.
L’importanza storica dei graffiti si riflette anche negli studi accademici che li considerano fonti primarie per ricostruire la realtà carceraria e sociopolitica del periodo inquisitorio a Palermo. Il libro Parole prigioniere. I graffiti del Santo Uffizio di Palermo curato da Giovanna Fiume e Mercedes García Arenal documenta e analizza oltre 300 testimonianze grafiche, fornendo una catalogazione dettagliata delle immagini e delle iscrizioni. Questo testo evidenzia come la cultura materiale emergente dalle pareti possa rivelare aspetti ideologici e personali altrimenti invisibili nei documenti ufficiali.
La posizione strategica dei graffiti appare nelle celle dove si ode ancora l’eco delle sofferenze inflitte, con pareti coperte di segni che comunicano sia la solitudine sia la volontà di resistere. La tecnica utilizzata varia dall’incisione alla pittura, realizzata con oggetti appuntiti o sostanze coloranti reperite in carcere. La dimensione e la qualità delle opere mostrano livelli diversi di abilità e di dedizione, con esempi di elaborazioni anche molto complesse.
Dal punto di vista museale, il recupero dei graffiti nelle carceri di Palazzo Steri si integra nell’itinerario di visita, dove i visitatori possono osservare da vicino queste testimonianze uniche. Le scritte e i disegni non solo documentano una pagina cruenta della storia siciliana, ma rappresentano anche un patrimonio culturale di valore universale, capace di raccontare condizioni umane estreme con immediatezza e autenticità.
Infine, i graffiti del Carcere di Palazzo Steri espandono la comprensione del ruolo sociale e politico della Santa Inquisizione in Sicilia, mostrando come l’arte, anche nelle sue forme più elementari, si sia rivelata uno strumento di memoria e affermazione dell’identità individuale di chi subiva il carcere e la repressione.
L’inquisizione spagnola in Sicilia
L’inquisizione spagnola in Sicilia ebbe inizio nel 1487 quando Ferdinando II il Cattolico inviò i suoi inquisitori per istituire il primo Tribunale dell’Inquisizione sull’isola. Prima di allora, nessuna carica pubblica straniera, eccetto i viceré, interveniva nell’amministrazione della giustizia; per legge solo i siciliani potevano esercitare tali ruoli. L’introduzione degli inquisitori spagnoli provocò un forte malcontento, data la loro ingerenza diretta nel sistema giudiziario locale, e segnò l’avvio di un regime di terrore durato circa tre secoli.
L’Inquisizione aveva il compito di reprimere il dissenso politico, isolare personalità scomode e mantenere il dominio spagnolo sull’isola. Sebbene le persecuzioni di streghe ed eretici fossero meno frequenti di quanto si pensi, si registrarono 114 roghi nel corso dei tre secoli di attività inquisitoriale a Palermo. Le accuse si rivolgevano principalmente a ebrei, luterani, musulmani e negromanti, con una prevalenza di uomini tra i condannati.
Il palazzo Chiaramonte, noto come Steri, divenne la sede principale del Tribunale dell’Inquisizione. Questo edificio non fu solo dimora aristocratica, ma assunse un ruolo centrale nel sistema giudiziario spagnolo in Sicilia. Le carceri del Palazzo Steri ospitarono migliaia di detenuti identificati dall’Inquisizione come criminali o eretici, molti dei quali subirono torture e condanne capitali. Oggi, le prigioni conservano graffiti e iscrizioni realizzate dai carcerati, offerte di grande valore storico e culturale. Queste testimonianze offrono uno sguardo diretto sulle emozioni, le paure e le speranze dei prigionieri sotto la repressione religiosa.
Gli spagnoli consolidarono il loro potere su Palermo anche attraverso azioni simboliche come la decapitazione di Andrea Chiaramonte nel 1391, davanti alla sua residenza, segno del loro controllo sui baroni locali. Il palazzo fu adattato a sede dell’Inquisizione con uffici, tribunali, celle e spazi per torture ed esecuzioni capitali, configurandosi come centro di potere e repressione durante tutto il periodo della dominazione spagnola. La sua architettura e le sue funzioni riflettono la fusione tra potere politico e religioso imposta dagli spagnoli.
La repressione inquisitoriale in Sicilia mirava soprattutto a mantenere l’ordine politico e religioso più che a perseguitare superstizioni popolari. Le attività del Santo Uffizio risultarono parallele alla complessa convivenza storica di cristiani, ebrei e musulmani, compromettendo una società cosmopolita e pacifica. La sua presenza influenzò profondamente la vita sociale e culturale siciliana per diversi secoli, lasciando tracce materiali e immateriali ancora oggi visibili.
Evento | Data/Periodo | Descrizione principale |
---|---|---|
Istituzione del Tribunale | 1487 | Invio di inquisitori spagnoli |
Attività dell’Inquisizione | XV–XVIII secolo | Persecuzioni e repressione politico-religiosa |
Numero di roghi eseguiti a Palermo | 114 | Maggior parte contro ebrei, luterani, musulmani |
Decapitazione di Andrea Chiaramonte | 1391 | Atto simbolico del dominio spagnolo |
Durata del dominio spagnolo in Sicilia | XV–XVIII secolo | Integrazione di Palermo nel ViceRegno spagnolo |
Il ruolo dell’Inquisizione nei secoli resta testimonianza di un periodo segnato da controllo e sofferenza, mentre il Palazzo Steri rappresenta un luogo chiave per comprendere la storia sociale e politica della Sicilia spagnola.
Le sedi dell’Inquisizione
Il Palazzo Chiaramonte Steri ha rappresentato per secoli uno dei luoghi principali della presenza dell’Inquisizione in Sicilia. Dal XV al XVIII secolo, questo complesso architettonico ha ospitato il Tribunale dell’Inquisizione, includendo uffici, cortili, camere di giudizio e carceri. Il Tribunale iniziò la sua attività nel 1487, quando Ferdinando II il Cattolico inviò a Palermo gli inquisitori spagnoli per istituzionalizzare il controllo religioso e giudiziario sull’isola.
Le carceri del palazzo — note come carceri dei Penitenziati o Filippine — sono testimonianze materiali dell’epoca inquisitoria. Le celle, spesso anguste e buie, accoglievano migliaia di detenuti accusati di eresia o presunti crimini contro la fede cattolica. Il palazzo sviluppa la sua funzione carceraria su più piani, con ambienti che conservano ancora oggi iscrizioni e graffiti incisi dai reclusi. Questi graffiti costituiscono una vera memoria intima e culturale del periodo, rivelando emozioni, preghiere e segni di resistenza.
Nel suo complesso, il Palazzo Steri ha svolto un ruolo centrale anche nell’amministrazione della giustizia e nelle esecuzioni capitali. Gli uffici giudiziari si affacciavano su stanze utilizzate per i processi, mentre negli ambienti sotterranei si svolgevano torture e detenzioni prolungate. Il dominio spagnolo ha reso quest’edificio il centro di un sistema inquisitorio che ha influenzato profondamente la società locale per circa tre secoli.
La sede dei tribunali del palazzo non è stata dedicata esclusivamente all’Inquisizione. Per breve tempo, infatti, il palazzo ha ospitato anche i Viceré spagnoli, i quali lo utilizzavano come residenza e centro amministrativo. Tuttavia, l’immagine del palazzo è rimasta legata soprattutto all’attività inquisitoria, scandita da un clima di terrore e repressione.
L’architettura stessa del Palazzo Steri riflette questa duplice funzione. Il cortile interno, ornato da porticati e logge, accoglieva rappresentanti del potere laico e religioso. Le celle con i graffiti si trovano soprattutto nei livelli inferiori, dove l’oscurità amplificava la condizione di prigionia. Alcune prigioni mostrano ancora iscrizioni come “Pazienza, pane et tempo”, diventate simboli della sofferenza inflitta dagli inquisitori.
Le visite guidate attuali comprendono aree come il piano terra, con le prime carceri e le stanze del tribunale, e il secondo piano, che permette di osservare il soffitto ligneo affrescato della Sala Magna, testimonianza artistica rilevante dello stesso periodo storico. Il primo piano, sede del rettorato universitario, non è accessibile al pubblico, ma il percorso museale evidenzia il tema della giustizia, della repressione e della resistenza culturale.
Palazzo Steri rappresenta quindi un unicum per la storia palermitana e siciliana, sintetizzando la dominazione spagnola, l’azione della Santa Inquisizione e l’importante patrimonio culturale dei graffitari carcerari. Il suo ruolo come sede dell’Inquisizione si conferma imprescindibile per comprendere i meccanismi di potere, controllo sociale e repressione religiosa che hanno caratterizzato la Sicilia dal XV al XVIII secolo.
Guida alla Visita delle Prigioni dello Steri
La visita alle prigioni dello Steri offre un’esperienza profonda nella storia di Palermo e della Sicilia sotto la dominazione spagnola e la Santa Inquisizione. Le carceri, situate all’interno del Palazzo Chiaramonte, accolgono migliaia di visitatori ogni anno, interessati a comprendere le dinamiche di repressione religiosa e sociale tra il XVI e il XVIII secolo.
Orari e Modalità di Accesso
La visita si svolge esclusivamente tramite tour guidati, disponibili in italiano e inglese, con una durata media di un’ora. Le visite di gruppo sono limitate a un massimo di 20-30 partecipanti per garantire un’adeguata fruizione degli spazi. Il palazzo apre al pubblico dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 19:00, con prenotazioni consigliate tramite mail o direttamente presso la biglietteria con almeno 10 minuti di anticipo rispetto all’orario di inizio.
Percorso di Visita
Il percorso attraversa il corridoio principale che collega le varie celle e spazi delle carceri. Il visitatore esplora le celle dei Penitenziati, veri e propri microcosmi di sofferenza, dove ancora permangono graffiti, disegni, preghiere e testimonianze lasciate dai prigionieri. L’osservazione diretta di queste testimonianze visive, risalite al XVII e XVIII secolo, consente di immergersi negli stati d’animo di chi ha vissuto l’orrore dell’Inquisizione.
La visita comprende anche la Sala Magna con i suoi celebri soffitti lignei decorati, esempio di arte e architettura tardo medievale, e termina con l’opera di Renato Guttuso “La Vucciria”, esposta nello Steri. Questo dipinto richiama la vita popolare di Palermo e si contrae fortemente con l’atmosfera cupa delle carceri, creando un contrasto storico-artistico significativo.
Caratteristiche del Sito e Accessibilità
Il Palazzo Steri è accessibile anche ai visitatori con disabilità motorie, con servizi dedicati per facilitare l’ingresso e la fruizione dei percorsi interni. È possibile scaricare audioguide che accompagnano lungo la visita, fornendo approfondimenti storici e artistici accurati.
Prenotazione e Biglietteria
I biglietti si possono acquistare in formato digitale e si consiglia la prenotazione anticipata soprattutto per gruppi organizzati o visite didattiche, con un limite massimo di 20-30 persone per gruppo. Le tariffe variano a seconda delle categorie di visitatori e della tipologia di visita, con prezzi accessibili per studenti e gruppi.
Servizio | Dettagli |
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Orari di apertura | Martedì – Domenica, 10:00 – 19:00 |
Durata visita | Circa 1 ora |
Numero massimo partecipanti | 20-30 per gruppo |
Biglietti | Acquisto digitale e presso biglietteria |
Accessibilità | Percorsi accessibili a visitatori con disabilità |
Lingue guide | Italiano, Inglese |
Audioguida | Disponibile per download |
Consigli per i Visitatori
Si consiglia di indossare abbigliamento comodo e scarpe adatte per camminare su pavimenti antichi e irregolari. La visita all’interno delle carceri richiede sensibilità data la natura drammatica del luogo. È opportuno seguire le indicazioni della guida per rispettare l’integrità del sito storico.
Esperienza Virtuale
Per chi non può visitare di persona, è disponibile un tour virtuale accessibile da browser e dispositivi mobili. L’esperienza digitale permette di esplorare il complesso monumentale con visuali a 360°, inclusi ambienti delle carceri, offrendo un approfondimento interattivo della storia dello Steri.
La visita alle prigioni dello Steri rende concreta la memoria storica di Palermo, offrendo uno sguardo diretto su uno dei capitoli più complessi della città e favorendo la conoscenza del patrimonio culturale siciliano nel contesto europeo.
Come arrivare
Il Palazzo Chiaramonte Steri si trova nel cuore di Palermo, in Piazza Marina 61, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici o a piedi dal centro storico. La posizione strategica permette di combinare la visita con altre tappe culturali della città.
L’ingresso è consentito solo tramite visite guidate, disponibili in italiano e inglese, garantendo un’esperienza approfondita e coinvolgente. Per chi preferisce, è disponibile anche un tour virtuale che permette di esplorare la storia e l’arte dello Steri comodamente da casa.
Consigliato indossare abbigliamento comodo per affrontare il percorso tra le stanze e le prigioni, immergendosi completamente in uno dei luoghi più affascinanti e significativi della Sicilia medievale.